domenica 14 luglio 2013

Recensione Element Tales - Helas Maur



Non inizierò questa recensione sottolineando come al solito che il genere fantasy mal si adatta ai miei gusti personali, perché Elements Tales non è tanto un'antologia urban fantasy quanto un misto di storia, leggenda, mitologia e paganesimo. E in cuor mio devo ammettere che considero tutto ciò alla stregua della religione cattolica. Quindi c'è chi crede in alcune divinità e chi crede in altre semplicemente.

E non credo che i testi sacri, o i romanzi da essi derivati, siano mai stati considerati fantasy.







Elements Tales è una raccolta di racconti scritta dalle Helas Maur (che, come leggo dal sito, in celtico significa Sorelle di sogno), ovvero dalle autrici Diletta Brizzi, Anita Borriello, Paola Scamuzzi, Giulia Borgato e Christiana V. I racconti presenti si ispirano ai 5 elementi: Spirito, Acqua, Fuoco, Terra e Aria. E onestamente talvolta il legame tra racconto ed elemento era piuttosto evidente, altre volte no.

Inizialmente, avendo anche potuto in parte seguire sul web, l'avvio di questo progetto pensavo mi sarei trovata davanti a cinque racconti connessi in qualche modo tra loro, mentre l'antologia è composta da cinque racconti a sé stanti. E come sempre accade nelle raccolte di racconti si possono notare grandi o piccole differenze, a partire dalla stile fino ad arrivare alla bravura vera e propria. Perché, saranno luoghi comuni, ma non tutti i buoni lettori sono scrittori, non tutti quelli che sanno scrivere bene sono scrittori e così via.

Leggere racconti è inoltre impresa non da poco: il genere spesso è lontano dai lettori che preferiscono romanzi più o meno lunghi a brevi storie, nelle quali entrano ed escono in meno di un'ora. Mi sento dunque di consigliare Elements Tales a chi preferisce una lettura veloce, così che ogni giorno si possa avere un mini - romanzo da leggere.

Personalmente quando leggo racconti, più o meno brevi, penso a cosa sto cercando: io voglio un racconto che in poche pagine riesca a rapirmi, prendermi, trasportarmi quanto un romanzo vero e proprio o voglio un racconto che mi faccia dire all'autore 'Ti prego, sviluppalo, fanne un libro!'. In Elements Tales ho dunque trovato due racconti che hanno soddisfatto le mie domande. Io non conosco bene la mitologia, così come non conosco bene gli elementi delle religioni pagane o temi esoterici, e via dicendo, ma mi incuriosiscono e soprattutto mi intrigano in quanto lettrice (durante la lettura per non sbagliare nulla mi sono anche permessa di prendere appunti): questo è il grande pregio della raccolta, sicuramente. Purtroppo insieme ai difetti, non trascurabili in progetti come questo - progetto che a mio avviso poteva realmente portare a qualcosa di nuovo, originale, bello, sotto ogni punto di vista. I due racconti di cui parlavo prima, e le rispettive autrici, oscurano in parte gli altri e le altre, non solo a causa della qualità maggiore bensì a causa della mediocrità degli altri. In poche parole, questa antologia è disomogenea e sarebbe inutile negarlo. Anita Borriello e Christiana V spiccano su tutte e dalla prima riga dei loro racconti si nota la differenza.

Leggiamo dalla presentazione:

Storie intrise di magia, amore e sesso che vi lasceranno senza fiato 
sussurrando a ognuno di voi parole ricche d'espressione e 
sentimenti che vi faranno vibrare l'anima.


Diletta Brizzi si cimenta nel racconto legato all'elemento dello Spirito, trattando la tematica dei Ribelli, gli angeli caduti, e dei loro amori terreni. Leggendo il racconto penso che la Brizzi non si sia cimentata molte volte nella scrittura o che almeno non abbia avuto l'esperienza necessaria, perché manca di uno stile proprio e alterna spesso un linguaggio aulico ad un linguaggio molto più elementare, per non dire fanciullesco. Il racconto perde di fluidità anche a causa di ridondanze che sembrano addirittura volute.

Anita Borriello si appropria invece dell'elemento dell'Acqua. Ho apprezzato la scelta nel voler narrare la storia dalla parte del personaggio mitologico - cioè, io non sopporto più gli umani che davanti a una qualsiasi forma di 'disumano' fanno finta di nulla come se fosse normale, quando nella realtà i nostri piedi prenderebbero fuoco a furia di correre. La struttura, tra narrazione, dialoghi, pensieri e storia, è davvero ottima e la trama riesce a miscelare bene realtà e mitologia.

PS: lo scrittore è libero di scrivere una storia di pure fantasia; è libero di prendere spunto dalla realtà; è libero di scrivere un libro di storia documentato. Sapete cosa interessa al lettore? Che il tutto sia scritto così bene che anche se totalmente inventato sembri vero.

Paola Scamuzzo si dedica invece all'elemento del Fuoco (inizialmente pensavo che il Fuoco fosse già presente nel racconto di Diletta Brizzi). La storia è narrata al presente, cosa che di per sé non rispecchia i miei gusti, ma soprattutto è davvero complessa e poco approfondita. Forse sarà anche stato una mia mancanza di conoscenza dall'argomento ma, a mio parere, i personaggi andavano a destra e a manca senza un motivo.

Giulia Borgato ci presenta l'elemento della Terra, narrando una storia fortemente legata alla mitologia romana, tramite la dea Diana. Il racconto inizialmente non mi aveva convinto molto - perché i personaggi che vivono a Belluno hanno nomi inglesi? - ma lentamente ha preso consistenza e, nonostante non mi abbia particolarmente impressionata, mi ha dato modo di ricredermi. Direi che lo spunto è ottimo ma lavorando può migliorare.

Christiana V si presenta per ultima con l'elemento dell'Aria e racconta una dolce storia d'amore mescolando anche gli elementi precedenti. Non credo sia infatti un caso che questo racconto sia stato lasciato per ultimo. Da ignorante sull'argomento ho avuto un po' di difficoltà nell'individuare i nomi dei vari elementi (Archè, Gea, Aidel e Aether) ma grazie agli appunti sono riuscita a seguire bene il tutto.

I racconti sono conditi da un pizzico di sarcasmo - è una dote naturale, non si crea e non si distrugge - e dal, quel tanto che basta, sesso. Anche l'erotismo è un'arte e talvolta le scene passionali mi hanno convinta e altre volte mi hanno lasciata indifferente, come se messe lì senza un reale perché. Insomma, Elements Tales presenta pro e contro di tutte le raccolte quando poteva essere invece una raccolta con molti più pro rispetto ai contro. Personalmente non mi ha lasciata senza fiato e non ha toccato corde della mia anima ma mi ha incuriosita - e forse avvicinata? - ad aspetti che non conoscevo, a storie e religioni che magari andrò a conoscere meglio.

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giovedì 11 luglio 2013

Perché leggo autori emergenti?

Mi sono posta la domanda pochi secondi fa. Non me l'ero mai chiesto così, onestamente. Me lo sono chiesta perché mi sono resa conto che rispetto all'inizio le mie motivazioni sono mutate. Inizialmente ho letto molti libri di autori sconosciuti/emergenti/aspiranti perché io ero 'una di loro' e pensavo fosse giusto dar loro una possibilità. E ho anche letto bei libri. Come ne ho letti di brutti. Ma bello e brutto è un parere molto soggettivo. Alcuni a me non sono piaciuti eppure erano scritti bene. Diciamo allora che alcuni potevano essere chiamati libri altri no.

Poi, con il passare dei mesi, ho a volte interrotto le letture, a volte le ho rallentate. Nell'ultimo mese ho letto 6/7 libri. Ma sempre di autori conosciuti o quasi. Nelson Mandela non credo sia uno scrittore conosciuto ma ha anche scritto, ad esempio.

Ho ancora un lista molto lunga di autori emergenti da leggere, tra coloro che mi inviano il libro e coloro che acquisto e/o scarico nei periodi di promozione da Amazon. Ogni giorno apro il mio Kindle e scelgo cosa leggere. Sfoglio qualche libro, qualche pagina e mi lascio trasportare dall'istinto. Ma c'è un problema: credo di avere il blocco da emergente. Non so perché, forse perché molti libri proprio non posso definirli brutti eppure non mi trascinano; forse perché sono talmente tanti che non so più da dove iniziare.

Forse, forse...

Forse perché ciò che mi piace nell'autore emergente è la modestia. E non la trovo più.

Questo pomeriggio, per puro caso, sotto i miei occhi sono capitati non uno, non due bensì tre autori che si lamentavano delle recensioni negative. Non venti recensioni, non dieci bensì una. E si lamentavano (chiedendo anche l'eliminazione di tale recensione) perché qualcuno non ha compreso il libro, perché qualcuno l'ha trovato o troppo corto o troppo lungo. Onestamente, leggendo le parole di questa autori, credo che il lettore abbia mosso critiche sì soggettive ma comunque utili.

Vorrei per una volta vedere uno scrittore emergente dire: 'Mi hanno fatto cinque/sei recensioni negative, le ho lette e cercherò di migliorare'. No, non l'ho mai letto...

venerdì 28 giugno 2013

Fantascienza (reblog).

Siccome la fantascienza è un genere assolutamente lontano da me non mi sono mai permessa di pubblicare recensioni al riguardo. Ho pensato però che potesse essere giusto dare spazio comunque al genere e ribloggo dunque una recensione appena trovata in rete ad una raccolta di racconti.

RECENSIONE FUTURE ALCHIMIE