1. Irma Panova Maino, scrittrice e?
Raccontati.
Scrittrice e
madre, donna di casa, fiamma di quel focolare domestico che mi circonda. Ho da
poco compiuto quarantotto anni e se devo guardare indietro, vedendo ciò che ho
lasciato alle spalle, posso solo dire di essere soddisfatta di quello che ho e
di quanto ho ottenuto. Ho tutto quello che mi serve e la mia vita, in questo
particolare momento, è completa in molti dei suoi aspetti. Tuttavia, guardando
verso il futuro e verso ciò che mi attende, mi rendo conto di quanto ci sia
ancora da fare e di quante situazioni ancora posso vivere, godendomele appieno.
Forse quello spirito buddista che mi anima rende le mie giornate piene,
regalandomi la serenità di vivere nel presente, assaporando ciò che mi
appartiene, senza pensare a quello che potrei avere, ma che non ho.
2. Ho avuto la fortuna di leggere il tuo romanzo “Scintilla Vitale”. Da dove nasce questa forte impronta Urban Fantasy?
Amo molto il
sovrannaturale in quasi tutte le sue forme, mi piace la pura essenza fantasy di
maestri quali la Bradley o Tolkien, ma ho anche apprezzato la natura realistica
della Hamilton piuttosto che della Rice. Unire la fantasia con quanto la vita
ci offre, penso che sia un connubio adatto per poter interpretare in chiave
“fantasiosa” la società che ci circonda, analizzandone i pregi e i difetti.
Riuscendo a vedere le situazioni da una prospettiva diversa. I miei “mostri”
possiedono caratteristiche molto umane, forse per via del fatto che, in qualche
modo, lo sono stati anche loro prima di diventare ciò che sono, oppure hanno
una qualche parentela con il mortale comune. E in un periodo come questo, in
cui sognare può essere l’unica valvola di sfogo in una realtà abbastanza
opprimente, leggere di vampiri, licantropi o elfi, potrebbe aiutare a superare
gli stati depressivi.
3. La protagonista del tuo libro è fortemente caratterizzata dall’astio nei confronti del genere maschile a causa di esperienze traumatiche. Eppure io per prima ho trovato in lei del romanticismo. Sbaglio?
Carrie è una
ragazza profondamente timorosa del mondo che la circonda. Tutto quanto ha
vissuto è stato condito con la violenza e gli abusi. Il suo essere una
prostituta non è altro che un tentativo di sopravvivere, nell’unico modo che
conosce, in un mondo che potrebbe spezzarla con uno schiocco di dita. Ciò
nonostante, nonostante le delusioni e quel cinismo latente che pare
caratterizzarla sempre, in fondo al suo cuore un minuscolo germoglio di
speranza c’è. Quel sogno che ognuno di noi coltiva segretamente, al quale non
sa e non vuole rinunciare.
4. Pregi e difetti del tuo romanzo.
Direi che il
pregio maggiore sia la storia in sé, nuova sotto molti punti di vista e
particolare per gli spunti che offre, a partire proprio dalla protagonista, che
non è la sedicenne frustrata e un po’ sfigata e nemmeno la bellissima eroina di
turno, dotata di super poteri e di discendenze illustri che si svelano
all’inizio della storia. Forse il suo difetto maggiore è quell’iniziale
presunto terzetto, lei, il vampiro e il licantropo, che lo porta a essere
erroneamente simile ad altri testi.
Probabilmente ne avrà anche altri
di difetti, ma non riesco a essere un giudice così obiettivo, da riuscire a
identificarli tutti. Perdonatemi.
5. Qual è stato e qual è il tuo rapporto verso e con la scrittura?
Liberatorio,
terapeutico e fonte di sorprese continue. Liberatorio perché sfogando sulla
carta i dubbi, le frustrazioni, le gioie e i dolori, automaticamente libero
dall’ansia il mio animo, lasciando che siano i protagonisti delle mie storie a
soffrirne. Credo che sia un atteggiamento un po’ sadico, ma sono altresì
convinta che loro più di tanto non ne risentano. Terapeutico proprio per i
motivi pocanzi citati. Trovare valvole di sfogo che ci liberino dalle ansie
quotidiane, lasciandoci quel senso di pace necessaria, può solo fare un gran
bene. Infine sorprendente. Intendo dire che le mie trame si sviluppano da sole,
il più delle volte. Spesso so a male pena il modo in cui una storia sta
iniziando e altrettanto spesso non so in che modo andrà a finire. I miei
personaggi interagiscono fra di loro, dialogando quasi senza alcun intervento
da parte mia, se non quello di mettere “nero su bianco”, quanto stanno dicendo
e quello che sta accadendo. Il resto è vissuto come dentro a una pellicola, con
me che, spettatore inerme, non posso fare altro che “sedermi” e godermi lo
spettacolo.
6. Il tuo primo romanzo è stato pubblicato in e-book. Sarà davvero il futuro del libro o l’odore dei libri possiede ancora fascino?
L’odore dei
libri ha un fascino innegabile e dubito seriamente che possa svanire nei secoli
a venire. Nulla può essere paragonato al profumo dell’inchiostro steso sopra la
carta trattata, così come nulla può avere un suono così melodioso, stuzzicante
e invitante, come il frusciare delle pagine. Tuttavia gli ebook saranno la
nuova frontiera letteraria del futuro e questo per tutta una serie di fattori
pratici. A partire da un trasporto più agevole, da costi più contenuti e dal
fatto che, andando in vacanza, non è più necessario dover scegliere fra i mille
titoli che vorremmo portare con noi, ma potremmo portare l’intera libreria. In
tutto questo, se proprio vogliamo, esiste anche un discorso ecologista, che
tende comunque a evitare un utilizzo indiscriminato della carta.
7. Progetti per il futuro? So che è prossima l’uscita del tuo nuovo manoscritto.
È appena
uscito Il peccato di Rennahel, edito dalla Montecovello, questa volta sia in
formato digitale che cartaceo. La storia è abbastanza semplice e lineare, per
quanto tende poi a essere complessa nel suo svolgersi, per gli argomenti
trattati e i conflitti interiori che scatena nel protagonista. Rannahel è un
Signore degli Elfi, uno dei pochi fra la sua razza ad avere ancora una
discendenza pura e un sangue non contaminato da geni esterni. Il suo incontro
casuale con una giovane vampira, totalmente ignara delle proprie doti e del
proprio potenziale, metterà completamente a soqquadro la vita di Ren,
trasformandola in qualcosa del tutto inaspettato.
Un'intervista molto bella, condotta magistralmente da Adriana, nella quale Irma rivela pienamente tutto il suo essere meravigliosamente donna e scrittrice.
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